FATTORIA MODELLO
PER UNA RISERVA NATURALE
NELLA FORESTA AMAZZONICA

Proponente:

Associacão Amazonia
Conjunto Sao Judas Taddeo,
Blocco 7, Apartamento 304
Parque das Laranjeiros
Manaus – Amazonas, Brasil
Tel: (55 92) 642 6979
e-mail chris@amazonia.org
xixuau@uol.com.br

Associazione Amazonia Onlus
Podere Piancolombaio,
Montenero 36
58040 Grosseto, Italia
Tel (39) 0564 409266 / 0564 954151
e-mail chris@amazonia.org
amazonia@gol.grosseto.it


PAESE E AREA DI INTERVENTO

Riserva Xixuau-Xiparina, Rio Jauaperi, Amazzonia brasiliana

INTRODUZIONE

L’Associacão Amazonia e l’Associazione Amazonia Onlus gestiscono la Riserva Xixuau-Xiparina dal 1992. Il Rio Jauaperi divide gli stati brasiliani di Amazonas e Roraima, la riserva misura 172,460 ettari ed è stata demarcata nel 1996. Un recente accordo con l’IBAMA (Istituto Brasiliano per l'Ambiente e le Risorse Rinnovabili) prevede di aumentare le dimensioni della riserva di circa tre volte.
La riserva garantisce la protezione ambientale dell’area ed è sede di numerosi progetti di ricerca scientifica e di sviluppo sostenibile per la popolazione locale. L’associazione fornisce assistenza sanitaria e scuole agli abitanti del fiume.

Il progetto di assistenza sanitaria dell’associazione ha portato al controllo della malaria nell’area ed un infermiere/microscopista lavora a tempo pieno nel Posto di salute del Rio Jauaperi. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’ASL 9 di Grosseto, l’Istituto di Malattie Infettive dell’Universita’ di Siena e la Fondazione Nazionale di Salute di Amazonas. E’ in fase di avviamento un progetto di telemedicina con l’Università di East Carolina e l’Universidade do Amazonas.

Un sistema di energia solare con un collegamento satellitare ad Internet è stato installato grazie all’aiuto della Kleinwort Trust di Londra, la Provincia di Grosseto, e le GEV di Modena. Gli abitanti studiano nella prima scuola multimediale della foresta amazzonica, frequentata dall’80% circa dei bambini dell’area. La connessione a Internet consente di portare gli studi oltre il livello elementare e di ricevere un’istruzione secondaria. In origine l’alternativa era il trasferimento in città lontane o l’interruzione degli studi. Oltre alla scuola multimediale l’associazione gestisce due scuole tradizionali, una nella riserva e una nella comunità di Samauma.

Grazie a un accordo con la CGL Lombardia sono state acquistate due barche per le comunità vicine che permetteno il trasporto della produzione agricola nelle città e l’evacuazione di malati in caso di emergenza.

Per completare questo ciclo di miglioramenti nella qualità della vita degli abitanti del posto è nostra intenzione costruire una fattoria ecologica che permetterà loro di diventare autosufficienti a livello alimentare utilizzando tecnologie sostenibili e a basso impatto ambientale.

CONTESTO

Dopo la fondazione della Riserva Xixuau-Xiparina gli indigeni hanno smesso di cacciare per mangiare. Attualmente vivono soprattutto di pesca (la fauna ittica è abbondante nei fiumi) e di piccola agricoltura (manioca, papaya, ananas canna da zucchero). Molti beni alimentari devono essere portati dalla città. Caffè, riso, fagioli e carne sono acquistati a Manaus e trasportati mensilmente con la barca dell’associazione (acquistata con il supporto delle GEV di Modena).
Lo scopo del progetto è di rendere la popolazione locale autosufficiente a livello alimentare.

La Riserva Xixuau-Xiparina è abitata da 7 famiglie di Caboclos, per un totale di 25 persone. La maggior parte della riserva è disabitata e a tratti inesplorata. Obiettivo dell’associazione è sempre stato la preservazione dell’area. Attualmente gli insediamenti umani si trovano alle bocche dei fiumi Xixuau e Xiparina e l’ingresso alla riserva in questi punti risulta controllato. A metà strada circa tra i due fiumi (25 kilometri) esiste un terzo piccolo fiume, l’Uniao, in corrispondenza del quale sono stati registrati negli ultimi tempi casi di pesca illegale, con conseguenti danni all’ecosistema.
Sarebbe opportuno stabilire una presenza fissa nell’area.

Il primo passo sarà la ripulitura di circa 3 ettari di foresta. Il legname ricavato sarà utilizzato per la costruzione delle case, le stalle, le strutture della fattoria e per avviare una piccola officina di mobili che l’associazione intende creare in una comunità locale e che utilizzerà in seguito solo alberi naturalmente caduti.
Terminata questa fase, tecnici dell’Embrapa (??????) provederanno alla semina per le coltivazioni e il foraggio.
Due famiglie di Caboclos del Rio Jauaperi si trasferiranno permanentemente nella zona, approfittando delle opportunità di impiego e di inserimento dei loro bambini nella scuola dello Xixuau. Sono stati avviati dei primi contatti per una collaborazione con l’Istituto Italo-Latino Americano di Roma e l’Università di Firenze per l’utilizzo di tecniche sperimentali di agricultura tropicale.

SCOPI GENERALI

Scopo principale del progetto è la costruzione di un insediamento agro-zootecnico nella Riserva Xixuau-Xiparina per la produzione di derivati agricoli e d’allevamento. I risultati che si vogliono ottenere sono principalmente:
  1. rendere la riserva indipendente a livello alimentare
  2. correggere e completare la dieta della popolazione locale, carente in alcuni elementi fondamentali
  3. migliorare lo sviluppo e l’equilibrio socio-economico della zona
L’insediamento sarà ricavato limitando al minimo l’impatto ambientale e seguendo i principi della conservazione e della riduzione dei costi di messa in opera e di esercizio della struttura. La progettazione del lavoro prevede un accurato studio epidemiologico al fine di evitare errori nell’insediamento della specie d’allevamento, ne saranno valutate la rusticità, la resistenza, le difficoltà di adattamento nell’ambiente amazzonico e le possibilità di difesa dagli agenti esterni. Inoltre si provvederà all’istruzione adeguata dei locali che seguiranno la gestione pratica e il controllo della struttura. Solo in un secondo tempo si prenderà in considerazione l’immissione a regime di stabulazione permanente di una o più specie selvatiche o autoctone.

FASI GENERALI DI PROGETTAZIONE

  1. Scelta dell’area, studio preventivo delle sue caratteristiche, preparazione e bonifica
  2. Studio epidemiologico della zona e delle malattie di origine parassitaria, virale, batterica e micotica relazionato alle tipiche specie da reddito. Scelta della specie più indicata all’inserimento in base ad adattabilità e alimentazione.
  3. Progettazione della struttura e dei presidi sanitari necessari, scelta dei materiali e dell’attrezzatura
  4. Ricerca dei prodotti correlati tra settore agricolo, zootecnico e forestale
  5. Organizzazione dell’aspetto gestionale pratico e economico dell’azienda
  6. Valutazione dell’inserimento a regime di stabulazione di una o più razze selvatiche o autoctone (es. pecary, cinghiale dell’Amazzonia, paca)

PREPARAZIONE E BONIFICA DELL’AREA

La scelta dell’area per l’insediamento deve tener conto in primo luogo delle caratteristiche idrogeologiche del territorio e del ciclo naturale di innalzamento del livello dei fiumi. Durante la stagione delle piogge il livello dell’acqua può salire anche di 12 metri e la zona è caratterizzata da ampi tratti di foresta allagata. La stagione secca è caratterizzata da precipitazioni esigue e il livello dell’acqua si abbassa lasciando emergere formazioni rocciose e spiagge fluviali. L’area individuata per la realizzazione dell’insediamento è un tratto di terra firme non sottoposta al fenomeno dell’allagamento, è pianeggiante e dunque offre un facile accesso per la movimentazione di materiali e strutture. Non esistono barriere naturali e la composizione organica del terreno risulta buona. Si tratta di un area di foresta primaria con presenza di alberi di grosso fusto, di piccolo fusto e arbusti. Nella fase di bonifica si avrà cura di preservare un alto numero di piante di grosso fusto per creare un ambiente semi ombreggiato, utile all’agricoltura e all’allevamento con lo scopo di offrire una buona ventilazione agli animali in stabulazione.
L’acqua, abbondante e non stagnante, sarà raccolta in serbatoi chiusi per l’abbeveraggio del bestiame, sottoposta a controllo sanitario ed eventualmente utilizzata per la somministrazione di sostanze farmaceutiche. L’acqua per l’irrigazione sarà invece diretta.
Tutto il materiale eliminato durante la bonifica sarà riutilizzato dove possibile o bruciato dove ritenuto non riutilizzabile. Il legname sarà utilizzato nella costruzione delle struttura, il materiale verde sarà essiccato e utilizzato come lettiera per gli animali, lo spesso strato di foglie secche preesistente sarà utilizzato come compostante. Il terreno bonificato dovrà risultare in un’area piana e salubre, con una superficie stimata di 3 ha circa, con forma trapezoide, la base minore rivolta verso il fiume. L’accesso all’insediamento è previsto dal fiume, dovrà essere costruito un molo inclinato per l’attracco delle barche che tenga conto del flusso dinamico del livello delle acque nelle diverse stagioni. Una passerella di scarico mobile sarà costruita per il carico/scarico dei materiali e del bestiame stesso.

La difesa contro gli agenti esterni deve essere considerata in questa fase di preparazione. Due categorie di intervento devono essere analizzate:

1) Difesa dai macroelementi
2) Difesa dai microelementi

Per macroelementi si intendono i fattori animali, predatori piccoli e grandi e mammiferi in particolare che dovranno essere tenuti lontani dalla struttura. Sarà realizzata una palizzata in legno, di 3 o 4 mt di altezza circa, con stondatura all’esterno. Sarà valutata in questa fase la posizione degli alberi di grosso fusto e un’area perimetrale esterna alla palizzata sarà tenuta pulita come ulteriore misura di sicurezza.
Per microelementi si intendono invece i piccoli agenti esterni quali insetti e rettili; tratteremo questo argomento nella sezione che riguarda le stalle e le gabbie.

SPECIE DA ALLEVAMENTO

Prenderemo ora in considerazione le specie animali che possono essere utilizzate ai fini zootecnici. La scelta dovrà tenere conto di diversi parametri, delle caratteristiche della specie da allevamento e delle caratteristiche dell’ambiente in cui la si vuole introdurre.
Una prima classificazione delle specie possibili si divide in due gruppi principali:

  1. animali di piccola taglia, cosiddetti “da cortile”, a gestione relativamente semplice e con alto prodotto numerico
  2. animali di media e grossa taglia, con maggior redditività nutrizionale ma che presuppongono strutture più grandi e processi di alimentazione più complicati

a) Specie di piccola taglia


In questa categoria, rientrano due tipologie di allevamento: l’avicoltura e la coniglicoltura.

Avicoltura

Comprende polli, tacchini e anseriformi (anatre, oche) per carne e uova. La qualità delle carni è varia e nutriente, le uova inoltre forniscono proteine nobili e aminoacidi limitanti estremamente utili. L’allevamento sarà di tipo semi-intensivo, con un ciclo di lavorazione di facile gestione e una produzione diversificata di uova e carne.

La struttura del pollaio sarà divisa in due unità, una esterna e l’altra interna, distinte ma comunicanti tra loro. L'unità esterna servirà principalmente per la ginnastica funzionale e l’alimentazione, qui gli animali trascorreranno la maggior parte del tempo, liberi di muoversi e di mantenere una buona tonicità muscolare, garanzia di qualità delle carni e di una maggiore resistenza alle malattie. Nell'allevamento superintensivo infatti la forzata immobilità produce carni molli, di facile distaccamento dall'osso e meno appetibili. Qui si potranno somministrare il cibo e l'acqua, il terreno sarà piano, mantenuto pulito ma terroso al fine di agevolare il naturale comportamento dell’animale. Un muretto di 80 cm circa delimiterà l’intera unità esterna. Una zona sarà comunque mantenuta coperta per l’alimentazione, la protezione delle lettiere e l’eventuale riparo degli animali in caso di pioggia e vento, delimitata da rete fine e robusta. Ogni struttura potrà essere clonata e raddoppiata a seconda delle unità da inserire.
L’unità interna sarà chiusa e coperta, utilizzata per le ore notturne e per le cove, attrezzata per la pulizia e per il controllo delle uova da parte dei gestori.
La struttura progettata per il pollo può essere, con opportune modifiche, utilizzata anche per il tacchino, tenendo conto della taglia superiore della specie, e della non produzione di uova.

Coniglicoltura

L’allevamento del coniglio è molto redditizio in termini di produzione, l’alta natalità di questa specie determina infatti una grande redditività. Il coniglio è una specie molto sensibile agli stress, saranno quindi previsti ambienti tranquilli e riservati. La struttura ideale è costituita da rifugi in muratura, ben arieggiati tramite ventilatori e finestre, naturalmente riparati da reti fini e robuste. All’interno saranno collocate conigliere a gabbia con zone deputate alle fattrici e altre deputate ai maschi riproduttori oppure una struttura mista con conigliere e box a terra. La conigliera è formata da gabbie rialzate da terra con inseriti gli accessori per l’acqua ed il cibo. Nei box a terra, possono risiedere i riproduttori. Il capannone sarà lungo e stretto, a seconda della quantità di file che vorremo introdurre. Ricordiamo che, come per i polli, sarà importante limitare al massimo l’introduzione di agenti patogeni inquinanti, possibili vettori di malattie. Si costruiranno quindi delle vasche di circa 10 cm all’entrata di ogni capannone dove sarà sempre presente una miscela disinfettante e dove sarà obbligatorio passare con le estremità inferiori ogni volta che si accederà all’interno. Lo stesso si farà all’esterno, dove contenitori più profondi permetteranno di disinfettare le mani e le braccia prima del contatto con gli animali.

b) Specie di grossa taglia


Le specie di grossa mole che hanno maggior interesse zootecnico sono i ruminanti, piccoli e grossi, e i suidi siano essi domestici come il maiale o selvatici come il cinghiale.
Abbiamo preso in analisi le seguenti specie:
  1. Piccoli ruminanti (capra, pecora)
  2. Grandi ruminanti (bovino, bufalo)
  3. Suidi (maiale, cinghiale)

Piccoli ruminanti

Rientrano in questa categoria due specie: la capra e la pecora, entrambe produttrici di latte e carne. La capra in particolare è una specie rustica e resistente, con minori fabbisogni della pecora, e buona prolificità. E’ abbastanza semplice da alimentare sia a fresco che con mangimi concentrati e produce un buon latte per la produzione di formaggio.
La struttura d’accoglienza avrà un ciclo chiuso e uno aperto, ricoveri o stalle in muratura, provvisti di box delimitati da recinzioni di circa un metro che permettano di dividere gli animali a seconda delle necessità. Nei corridoi centrali paralleli ai box potremo inserire le mangiatoie di facile accesso e pulizia alle quali gli animali accederanno tramite feritoie, inserendo la testa per alimentarsi. Nella parte controlaterale ai box ci sarà un secondo corridoio che servirà per far uscire gli animali dai box, raggrupparli e permettere loro di uscire verso la parte esterna della struttura.
La parte esterna dovrà essere estesa per permettere agli animali di muoversi, ruminare e svolgere un’utile ginnastica funzionale. La recinzione esterna, alta e in rete fine e robusta avrà la doppia funzione di impedire la fuga degli animali e di proteggerli dalle minacce esterne. Per l’alimentazione si provvederà alla produzione di foraggi freschi ad alta nutrizione e a mangimi concentrati.

Grandi ruminanti

Il bovino è una specie ad alta resa nutrizionale, ma anche la più costosa e difficile da allevare. La mole stessa della specie richiede strutture di ricovero estese, l’alimentazione fresca o concentrata deve essere adeguata e in grande quantità, la loro cura richiederebbe l’istruzione preventiva delle persone deputate ad accudire gli animali. Per questi motivi riteniamo sia una specie da prendere in considerazione solo in un secondo tempo, dopo aver verificato l’avanzamento della fattoria e la possibilità di aumentarne la superficie utile.

Suidi

Il suino è la specie d’allevamento che ha la maggior resa al macello, essendo ogni sua parte utilizzabile. E’ una specie onnivora e presenta una buona natalità, la carne è pregiata e permette diverse lavorazioni. Saranno costruiti ricoveri per il suino, le porcilaie, con una struttura a più unità anche in questo caso comunicanti tra loro. I maschi andranno divisi dalle femmine, specie se con piccoli ed è importante prevedere una zona per i parti e la tranquillità dei lattonzoli e della scrofa che avranno bisogno di alimentazione mirata.Una zona esterna dovrà essere coperta per riparare gli animali dalle intemperie e per permettere la somministrazione di mangimi concentrati. L’area sarà provvista di ombra, pozze d’acqua e fondale terroso per permettere alla specie di mantenere un comportamento naturale. Una rete fine e robusta sembra anche in questo caso la migliore difesa contro gli agenti esterni.

PROGETTAZIONE DELLA STRUTTURA

Il progetto prevede la costruzione della fattoria come una struttura articolata in più livelli, dopo un attento studio della conformazione del territorio e delle esigenze di funzionamento i diversi elementi saranno dislocati in base alle esigenze di comunicazione e/o separazione tra essi. Una struttura chiusa ospiterà gli uffici della fattoria dove troverà luogo l’aspetto gestionale e informatico, la contabilità, l’ufficio per le riunioni, la catalogazione dei capi di bestiame, la distinta delle razioni etc.
Un magazzino, isolato dall’esterno e ben ventilato, sarà destinato allo stoccaggio dei beni alimentari. Un’altro magazzino servirà per riporre gli attrezzi e i macchinari da lavoro con annesso uno spogliatoio con docce e lavanderia per la sterilizzazione di secchi, biberon etc. Una zona sarà deputata all’armadietto farmaceutico, al funzionamento delle incubatrici e alla preparazione di mangimi medicati, con annessa un’area dove ricoverare eventuali animali malati. Sarà qui ricavata anche una zona di quarantena dove far stazionare animali di nuova introduzione onde evitare di inserire malattie dall’esterno. Un’area sarà poi deputata alla macellazione e sarà adiacente a un inceneritore per le interiora degli animali e le parti non utilizzabili. Un’area è dedicata all’istallazione dei pannelli solari per l’energia, i serbatoi e le pompe per l’acqua di bevanda. In una zona si produrrà letame per la concimazione e l’eliminazione dei rifiuti.

COLTIVAZIONE DI VERDURE

Per coltivare piante come pomodoro, cetriolo, lattuga, carote, cipolla, aglio etc. è necessario creare un ambiente controllato. Insetti e povertà del terreno rendono questi prodotti impossibili da coltivare in grande scala nella foresta Amazzonica. Costruiremo una serie di serre coperte da tela porosa per la coltivazione di verdure. Le strutture saranno in asse di metallo, coperte da tela. Una fossa verrà scavata tutto intorno e riempita di acqua con un repellente biologico per formiche ed insetti. Un impianto d’irrigazione a goccia a energia solare fornirà acqua per le piante durante la stagione secca. Anche le pompe per l’irrigazione dei campi e l’abbeveraggio degli animali saranno a energia solare. La terra nelle serre verrà arrichita con fertilizzanti biologici e letame.
Durante la stagione delle pioggie l’energia solare potrà essere utilizzata per altri scopi, come ad esempio l’essiccatura della noce brasiliana, molto abbondante nell’area. La stagione della raccolta coincide infatti con la stagione delle piogge, quando l’energia solare non sarà necessaria per l’irrigazione delle serre. Sono stati avviati contatti per la raccolta e il commercio della noce lungo il Rio Jauaperì che potrebbero creare una ulteriore fonte di reddito per le comunità della zona che già svolgono questa attività ma con bassissimo lucro.

CRONOGRAMMA

Una squadra di circa 30 uomini, nativi e residenti sul fiume, procederà alla bonifica dell’area e alla costruzione delle case e delle strutture della fattoria. E’ previsto un lavoro di diversi mesi, tutto il legname raccolto verra’ utilizzato nella costruzione delle strutture e per l’officina di mobili. Successivamente il terreno sarà preparato per la semina, tecnici brasiliani e stranieri controllerano la fertilizzazione biologica e lo stato del terreno. I capi d’allevamento saranno portati da Manaus dopo 6 mesi circa dall’inizio del progetto, inizialmente alimentati a mangimi finchè il mangime fresco non sarà maturo. Si calcola che la fattoria raggiungerà l’autosufficienza dopo circa 18 mesi.







COSTI

Manodopera/materiale per la pulizia del terreno, le costruzioni e la semina
US $ 40.000
Costo di tecnici ed esperti
US $ 15.000
Costo di animali (incluso trasporto)
US $ 10.000
Sistema di energia solare ed attrezzi agricoli
US $ 22.000
Salari fino all’autosufficienza
US $ 9.000
COSTI TOTALI
US $ 96.000

FINANZIATORI

Provincia di Modena
Provincia di Grosseto
Guardie Ecologiche Volontarie di Modena
The Kleinwort Trust , London, UK
Solar Electric Light Fund, Washington, USA

RISULTATI ATTESI

L’estensione della Riserva Xixuau-Xiparina lungo la riva destra del Rio Jauaperi rende difficile un controllo effettivo e di forma permanente dell’area. Negli ultimi tempi il piccolo fiume centrale, l’Uniao, ha sofferto ripetute invasioni da parte di pescatori commerciali e tagliatori di legna illegali. La zona è ricca di fauna e flora e pressochè intatta grazie alla distanza dalla città, alla presenza dell’Associacao Amazonia e degli Indios Waimiri-Atroari a nord, tutti attivamente impegnati nella difesa del territorio. L’occupazione dell’area da parte dei Caboclos locali e l’insediamento della fattoria modello fornirà la possibilità di controllare in modo efficace e permanente il territorio. Sacrificando qualche ettaro all’agricultura, migliaia di ettari di foresta e fiumi entreranno nel programma di preservazione ambientale e sviluppo sostenibile già in atto. Gli abitanti della Riserva Xixuau-Xiparina diventeranno autosufficienti dal punto di vista alimentare e altri vantaggi si ripercuoteranno lungo tutto il Rio Jauaperi. Il progetto offrirà posti di lavori per diversi mesi a molti capo-famiglia delle comunità locali e almeno due nuclei familiari si trasferiranno in forma permanente nella Riserva, mentre i loro figli potranno frequentare la scuola dello Xixuau. Tecniche sperimentali di agricultura tropicale e permacultura verranno messi in atto per la prima volta nell’interiore della foresta Amazzonica. In vista del successo dei progetti precedenti si immagina che questo progetto darà un nuovo e forte impulso al modello di sviluppo sostenibile già avviato nella zona.

Christopher Clark
Franco Botto